C’è qualcosa in un doppelgänger che sembra decisamente cinematografico. Una persona che ti somiglia, pensa come te e forse vive anche come te è sempre stata oggetto di fascino e paura nella letteratura e nella filosofia, un concetto che solleva interrogativi sull’individualità e sul collettivo. Ma sullo schermo, vedere l’effetto di una persona imitata e duplicata risulta essere ancora più strano e inquietante. La fantascienza, l’horror e una miriade di altri generi hanno utilizzato la dualità come mezzo per terrorizzare, turbare e provocare.
E poi, ovviamente, c’è la sfida della recitazione. Per un attore esperto o un giovane attore, interpretare due ruoli è la massima flessibilità, un modo per mostrare il proprio talento in un unico progetto. Che si tratti di gemelli o di perfetti sconosciuti, un attore che assume un doppio ruolo deve riuscire a essere sia un individuo che una coppia, separando i due attraverso comportamenti minuti e trovando i tratti comuni che li uniscono. È un compito impegnativo e fa parte di ciò che rende un film sosia così intrigante da guardare. Continua a leggere per la nostra selezione dei 10 migliori film sosia di tutti i tempi.
“Il grande dittatore” (1940)
Per il suo primo film interamente sonoro, l’icona del cinema muto Charlie Chaplin ha diretto un audace film sosia che fungeva da rimprovero e condanna del nazifascismo tedesco e dell’antisemitismo in un’epoca in cui gli Stati Uniti erano ancora neutrali nei confronti del regno di Adolf Hitler e dove la posizione potrebbe essere ancora controversa. . Chaplin interpreta sia il ruolo del protagonista, quello di un dittatore che sale al potere dopo la Grande Guerra e adotta politiche antisemite, sia quello del barbiere ebreo che lotta per ribellarsi all’orribile regime. Il risultato è una commedia degli errori maliziosamente divertente che ricorda le opere di Shakespeare sugli scambi d’identità, ma con messaggi incredibilmente arrabbiati sull’importanza di combattere l’ingiustizia. In questo doppio ruolo, Chaplin realizza alcuni dei suoi lavori migliori, in particolare in un toccante monologo finale che dimostra di possedere capacità recitative che vanno oltre i film muti che lo hanno reso un’icona.
“Vertigine” (1958)
“Vertigo” è un classico così canonico che è facile dimenticare quanto sia profondamente e veramente inquietante. Il capolavoro di Alfred Hitchcock è un orologio costantemente sorprendente, che è meglio ignorare alla cieca, ma nella sua essenza, il thriller racconta una storia di ossessione e possessione, mentre il fallimento di James Stewart con il detective Scottie fa impazzire per la donna Madeleine che gli è stato assegnato di seguire, e quando la perde, tenta di modellare un doppio a sua immagine. Kim Novak interpreta entrambe le donne (o forse solo una) e offre un ritratto estremamente ricco dal punto di vista psicologico di come questa doppia vita indebolisce la sua autostima.
“Kagemusha” (1980)
Sebbene non sia famoso come alcuni dei suoi altri capolavori, “Kagemusha” è uno dei poemi epici più ricchi e affascinanti di Akira Kurosawa, con sontuose battaglie e rievocazioni del periodo Sengoku del Giappone. Ma il conflitto al centro del film è incredibilmente intimo e si concentra su un normale ladro (Tatsuya Nakadai) costretto a fingere di essere il signore morente Takeda Shingen. Man mano che assume questo ruolo, il ladro diventa sempre più ambizioso, ma anche perseguitato dallo spirito dell’uomo a cui ha tolto la vita. Kurosawa si è spesso concentrato sul rapporto tra realtà e illusione nei suoi film, e “Kagemusha” si rivela una delle rappresentazioni più dirette e toccanti dell’oscuro confine tra i due.
“Possessione” (1981)
Un classico dell’orrore di culto, “Possession” di Andrzej Żuławski è stato girato sulla scia del divorzio del regista, e il suo ritratto della rottura coniugale si rivela terribilmente da incubo. Al centro della narrazione obliqua c’è la fenomenale doppia interpretazione di Isabelle Adjani nei panni di Anna, una donna che divorzia improvvisamente dal marito in quello che sembra essere un crollo psicologico e dalla sua misteriosa doppelganger Helen. Il film non risponde mai completamente alla domanda sulla loro relazione in modo definitivo, ma ci sono più controfigure nel film, inclusa una per il marito di Anna, Mark (Sam Neill). Questi doppi sembrano rappresentare versioni perfette dei coniugi al centro del film, fantasie idealizzate di ciò che i due si aspettano l’uno dall’altro anche se la separazione distrugge la loro unione. Qualunque sia la tua interpretazione, non si può negare che “Possession” si rivela una delle storie doppelgänger più inquietanti di tutte.
“Gli inseguitori morti” (1988)
A differenza di alcuni dei film in questa lista, i doppi di “Dead Ringers” hanno una ragione banale per esistere: i doppi ginecologi di Jeremy Irons sono solo due gemelli, uno timido e l’altro fiducioso, che gestiscono insieme una clinica. Eppure Elliot e Beverly Mantle si rivelano molto inquietanti, grazie in parte alla performance avvincente e insolita di Irons e alla relazione simbiotica che il film segue. I due condividono tutto, dalle loro relazioni ai loro amanti, uno status quo che funziona bene per Elliot ma fa impazzire Beverly quando ferisce una donna a cui tiene. L’agghiacciante film di David Cronenberg è uno dei meno raccapriccianti ma anche uno dei più inquietanti, un ritratto di una relazione profondamente tossica che si rivela allo stesso tempo scoraggiante e sottilmente straziante.
“La doppia vita di Véronique” (1991)
Enigmatico e audace, “La doppia vita di Véronique” di Krzysztof Kieślowski presenta Irène Jacob come due donne identiche che vivono in paesi diversi. La corista polacca Weronika e l’insegnante di musica francese Véronique non si incontrano mai faccia a faccia, ma hanno la sensazione di non essere sole al mondo, e il loro strano legame fa sì che le loro vite si rispecchino l’una con l’altra in modi strani e sorprendenti. Il film di Kieślowski è pieno di immagini oniriche, con una cinematografia sfocata e una colonna sonora operistica carica di emozioni. Il film è una sorta di storia d’amore e “La Double Vie de Véronique” ci fa credere in una complicità tra due esseri che non si incontrano mai veramente.
“Genitori in trappola” (1998)
La maggior parte dei film in questo elenco utilizzano i doppi come un modo per terrorizzare, turbare o preoccupare il pubblico. L’amata commedia familiare di Nancy Meyers, “Genitori in trappola”, la usa invece per realizzare la fantasia di trovare un amico, un fratello, che ti capisce a un livello che nessun altro potrebbe. Lindsay Lohan, in una performance davvero brillante, interpreta Hallie e Annie, gemelle separate poco dopo la nascita dall’accordo di custodia più folle del mondo, in cui i loro genitori presero ciascuno la custodia di una e decisero di non rivedere mai più l’altra gemella. Ma quando le ragazze si incontrano al campo estivo, si rendono conto della loro eredità comune e si uniscono per scambiarsi di posto e riunire di nuovo i loro genitori. Remake del film Disney del 1961, “Parent Trap” degli anni ’90 svetta sugli altri grazie al lavoro vivace e affascinante della Lohan nei panni dei gemelli, e ad un insieme caloroso – tra cui Dennis Quaid e Natasha Richardson nei panni dei genitori non corrispondenti – che garantisce il film rimane un orologio di comfort di tutti i tempi.
“Mulholland Drive” (2001)
Il lavoro di David Lynch è sempre stato incentrato sull’identità e sulla dualità: vedi i doppelganger che compaiono nel canone di “Twin Peaks” o le strane sostituzioni e le vite rubate in “Lost Highway”. Ma la sua opera magnum “Mulholland Drive” è forse il distillato più evidente di questo tema, presentando gli amanti centrali interpretati da Naomi Watts e Laura Harring come due diversi gruppi di donne che vivono vite molto diverse nella città dei sogni. In uno, Watts interpreta Betty, un’ingenua talentuosa e aspirante attrice che cerca di aiutare Rita, affetta da amnesia, a trovare la sua vera identità. In un altro, Watts è Diane amareggiata e fallita, il cui amore per Camilla, emotivamente non disponibile, di Harring la porta alla rovina. Il modo in cui queste due vite parallele si intersecano è una domanda che affascina i fan del film da più di due decenni, ma comunque tu lo interpreti, è uno sguardo indimenticabile al marciume che si trova sotto i sogni di Hollywood, con una performance fenomenale di tutti i tempi da parte di Noemi Watt. nel suo cuore.
“Adattamento” (2002)
La creativa ed esilarante commedia drammatica di Spike Jonze e Charlie Kaufman “Adaptation” ha una sceneggiatura attribuita a Kaufman e al suo fratello gemello, Donald. La trappola ? Paperino non esiste; piuttosto, è un personaggio del film, su suo fratello Charlie, che adatta il libro di saggistica di Susan Orlean “The Orchid Thief”. Sì… è molto. “Adattamento” in generale è davvero tanto, un film ricco di idee in quanto fa satira e parodia del processo di scrittura, incorporando elementi di vita reale nella finzione e riuscendo persino ad adattare in qualche modo il vero “Ladro di orchidee” attraverso una trama. coinvolgendo Meryl Streep nei panni di Orlean e il soggetto centrale del libro, John Laroche. Ma il centro del film è il rapporto tra Kaufman e Donald, e “Adaptation” presenta un’eccellente interpretazione di Nicolas Cage nei panni dei fratelli. Kaufman letteralizza il processo della sindrome dell’impostore e dell’insicurezza rendendo Donald l’uomo sicuro di sé che l’immaginario Charlie vuole che sia, e il loro tira e molla è allo stesso tempo esilarante e genuinamente commovente.
“Luna” (2009)
Uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi tempi, “Moon” cattura l’isolamento e l’orrore dello spazio attraverso la storia di Sam (Sam Rockwell), un minatore di elio sulla luna che ha trascorso tre anni da solo sulla base, separato dalla sua famiglia. e vicino al limite della sua sanità mentale. Quando inizia ad avere allucinazioni, incontra una versione più vecchia di se stesso, e la domanda su chi sia il clone e chi sia l’originale perseguita entrambe le versioni dell’uomo. Il film di Duncan Jones è un intelligente pezzo da camera sull’individualità e l’identità, con al centro un’eccellente doppia interpretazione di Rockwell.